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Da qui in avanti, ©Alessandra
Era un po’ di tempo che pensavo ad organizzare
qualcosa del genere. Una sola sera, un unico posto, con dentro tutte le persone
alle quali era importante dire ciao e grazie.
Troppo facile decidere cosa mangiare. Pizza e birra,
in piedi, senza troppe formalità, una cosa semplice. Al Brillo Parlante, ça va
sans dire, perché è stata la prima che provai dopo pochi giorni ad Ancona, sotto la casa di
allora, ed era importante che tutto finisse nel
modo in cui era iniziato. Sono romantico, anche in questo.
“Perché le
ricchezze, per me, sono proprio queste, le cose inutili che gli altri hanno
buttato via, le cose piccole che per molti non hanno senso.”
Altrettanto facile scegliere di volere accanto le
persone che mi hanno accompagnato in questa avventura. Qualcuno c’è stato per
tutto il percorso -e forse anche grazie a loro sono arrivato alla fine del mio-,
qualcun altro è entrato a corsa iniziata ma indipendentemente dalla quantità di
strada condivisa, ognuno ha rappresentato dei punti fermi sui quali ho potuto
contare incondizionatamente. Ogni grazie pronunciato stasera aveva questo
significato.
“Quante volte abbiamo respirato questa sera? Nessun respiro era più bello dell’altro e tutti insieme sono la vita.”
“Quante volte abbiamo respirato questa sera? Nessun respiro era più bello dell’altro e tutti insieme sono la vita.”
Il difficile era immaginare precisamente quanta
felicità avrei sentito risalire dentro dal profondo di me stesso. Ho riso di gusto, ho abbracciato a lungo, ho scartato regali che sono per sempre -perché non riesco a pensare a nient’altro che duri più a lungo di fotografie e parole stampate su carta. Sono stato egoista come raramente è successo in passato e ho goduto
solo e soltanto della mia felicità. L’ho afferrata tutta e la custodirò per
sempre, certo di non essere in grado né ora né mai di riuscire descriverla a
pieno.
“Son cose che ho
provato ma che non so spiegare, cose belle, che raccontarle è da vigliacchi.”
E poi era impossibile immaginarsi
il video e la canzone che delle belle persone hanno creato e cantato per me. Su questo, ogni parola è davvero
inutile. Posso solo dire che quella bilancia che ha oscillato tra le risate e la
commozione sarà ancora e sempre lì, a ondulare e non sapersi decidere, ogni
volta che lo guarderò e la leggerò.
Ancona mi ha insegnato delle cose che prima non
conoscevo.
Ho iniziato a osservare quello che succede intorno e
dentro di me, fotografando. Di questo devo ringraziare una persona che non è
più accanto a me e che per prima ci aveva creduto.
Ho imparato a camminare e guardarmi intorno, che
tutto cambia sempre. Non esiste un’onda uguale ad un’altra e d’inverno il mare è
ancora più bello e profumato. Con le cuffie sempre al massimo, sono stato assordato e accecato da tutto questo sentire. E così sarà, o almeno ci proverò, d'ora in avanti.
“Le immagini più
vere sono queste, che io conosco e che tu non saprai mai, le immagini che non
ho fatto.”
Grazie per questi 6 anni, di cuore.
p.s. la canzone dei titoli di coda: Blu - Malika Ayane
p.p.s. i virgolettati: Mario Giacomelli
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