22.5.15

Quello che più mi aveva colpito quando ero andato a trovarlo all'ospedale era stata la sua magrezza. Me lo ricordavo con i capelli, ma non ce li aveva quasi più e quei pochi erano grigi, quasi bianchi.
Quando sono entrato nella stanza era in uno stato di dormiveglia, ma faceva caldo e il rumore del nostro parlare l'aveva svegliato del tutto. Si era mosso o per lo meno ci aveva provato e questo evidenziava ancora di più la sua fragilità.
Gli occhi però erano rimasti quelli, e quella sorta di sorpresa nel vedermi lì mi ha fatto pensare che in fondo capisse quello che intorno a lui continuava a succedere e che le frasi sconclusionate che una dopo l'altra ripeteva all'infinito fossero solo buffe.
Ho provato a far sorridere un pò tutti, ma perchè avrebbero dovuto?, e poco dopo siamo andati via per non farlo stancare ancora di più, salutandolo e baciandolo. Non so perchè, ma mi era venuto spontaneo baciarlo sulla fronte.
"Mi raccomando, ci vediamo la prossima volta che scendo".
Stasera non c'è più.